Dopo la battaglia di Pietro Crisafulli, padre di Domenico, morto in un incidente stradale a marzo 2017, il Giudice riapre l’inchiesta. I dettagli.
Un’inchiesta che sembrava arrivata al capolinea e che adesso dovrà continuare su disposizione del giudice delle indagini preliminari. Niente archiviazione e nomina immediata di tre ingegneri. Perché nonostante un video che riprende la scena, resta ancora da chiarire la dinamica dell’incidente mortale in cui rimase vittima il padre di due bambini. E’ una storia che sta facendo il giro del web quella di Domenico Crisafulli, il 25enne morto in un incidente stradale nel marzo del 2017. Lo scooter di Domenico Crisafulli si scontrò con la Smart di una donna medico, Anastasia Conti, in via del Bosco, in un quartiere popolare di Catania. Crisafulli morì sul colpo. L’automobilista non avrebbe rispettato lo “Stop” e finì sotto indagine per omicidio stradale. Lo scooter si schiantò sulla fiancata dell’auto.
Il padre della vittima dalla sua pagina Facebook da oltre un anno si batte per avere giustizia per quel figlio e per una settimana, dopo la richiesta di archiviazione da parte della procura, tutta la famiglia ha organizzato un presidio davanti al tribunale di Catania. Il pubblico ministero Andrea Ursino, che aveva chiesto l’archiviazione del caso, adesso dovrà individuare tre ingegneri per appurare l’effettiva dinamica dello scontro. A deciderlo è stato il gip Carlo Umberto Cannella. Il giallo ruota attorno alla mancata osservanza di quel segnale stradale e quanto ha influito sull’esito mortale dello scontro.
Secondo l’avvocato Mario Luciano Brancato, che difende Anastasia Conti, quello “Stop” non consente agli automobilisti una visuale completa dell’incrocio e quindi l’arrivo delle macchine. Il legale della famiglia Crisafulli, Giuseppe Incardona, invece sostiene: “Lo stop è un semaforo rosso. La causa dell’incidente non va ricercato nella velocità dello scooter che procedeva a 53 chilometri orari ma nella mancata osservanza dello “Stop” da parte dell’automobilista”. Intanto, il Comune di Catania ha installato uno specchio che amplia la visibilità dell’incrocio e su questo ha puntato la difesa della dottoressa sottolineando la mancanza di quella installazione prima dell’incidente.
Alla fine della lettura del dispositivo Pietro Crisafulli, il padre della vittima, è scoppiato in lacrime chiedendo giustizia e è stato trasportato in ospedale per un lieve malore. L’uomo, insieme alla moglie, ai figli e alla nuora, dopo il presidio aveva ottenuto un faccia a faccia con il procuratore Carmelo Zuccaro.
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