Non si arrende Pietro Crisafulli, padre di Domenico Crisafulli, morto per un incidente stradale lo scorso 6 Marzo. I dettagli.
“Un padre non può seppellire un figlio”. Non si rassegna Pietro Crisafulli, papà di Mimmo, il ragazzo morto a causa di un incidente stradale nella serata del 6 Marzo all’incrocio tra via De Logo e Via Del Bosco. “In questo incrocio maledetto – dice Crisafulli – solo ora vogliono mettere gli specchi per vedere le auto che sopraggiungono, mio figlio proveniva da via Del Bosco e l’auto, una Smart, da via De Logo. L’impatto è stato terrificante. Per Mimmo non c’è stato nulla da fare”.
Aveva 25 anni Mimmo. Lascia la sua compagna e due bimbi. “Vivevano insieme da 9 anni, si erano conosciuti a scuola. I miei nipoti, uno di 2 anni e l’altro di otto”, racconta nonno Pietro.
“Quella sera poco dopo le 23 ho ricevuto le prime telefonate”. Pietro ricorda quegli attimi: “Avevo capito cosa era successo, lo sentivo, arrivato sul posto ho accusato un malore. Vedere mio figlio coperto con un lenzuolo ti fa provare quel dolore che non ti lascia più, quello che non ti farà mai dimenticare la scena, la gente, le sirene, le lacrime”.
Poi cambia tono Pietro Crisafulli, lui che già nella vita ha dovuto affrontare la morte di Salvatore Crisafulli scomparso dopo una lunga agonia e quella recente della madre. “Adesso chiedo giustizia. Non abbiamo notizie del conducente della Smart. Avevamo un primo incontro in Procura, ma la documentazione relativa all’incidente non è arrivata da parte dei vigili urbani ed è stato tutto rinviato”, racconta.
“Aspettiamo insieme all’avvocato Giuseppe Incardona, palermitano e legale rappresentante dell’associazione Italiana familiari e vittime della strada onlus che ci aiuta. Lui è uno dei fautori dell’approvazione in Italia della legge sull’omicidio stradale”, spiega Crisafulli. La legge n. 41 introduce nel codice penale il delitto di omicidio stradale e lesioni personali ed è entrata in vigore il 25 Marzo 20016. E’ stato così inserito nel codice penale il delitto di omicidio stradale (articolo 589 bis) punito con la reclusione del conducente da 2 a 7 anni per quanto riguarda quello colposo con violazione del codice della strada, le pene si inaspriscono con la reclusione da 8 a 12 anni se il conducente del mezzo causa dell’incidente si trova in stato di ebbrezza e da 5 a 10 anni per i comportamenti definiti imprudenti dallo stesso codice della strada.
“Ci presenteremo parte civile nel processo – conclude Pietro Crisafulli – aspettiamo solo che gli atti, i rilievi, le perizie vengano depositati e francamente non capiamo tutto questo tempo, non c’è allo stato attuale nessun indagato, la prossima settimana finalmente avremo delle risposte. Lotterò fino all’ultimo per Mimmo, deve avere giustizia”.
(Fonte LiveSicilia)